Dal 2.12.22 al 8.01.23
- Artisti a confronto sul tema della natura e l’umano –
Testo di Sveva Manfredi Zavaglia – Curatrice
“Strati d’Arte Gallery”
Via Sicilia 133-135 Roma
Il periodo che stiamo vivendo è caratterizzato da una forte attività umana che impatta sull’ambiente e sulla natura che ci circonda come mai prima: siamo entrati in questa una nuova era definita dagli scienziati “Antropocene“. Questo termine, coniato dal chimico e premio Nobel olandese Paul Crutzen, indica letteralmente “L’era dell’uomo”. Da molti anni gli esperti discutono su quale sia la data effettiva dell’inizio di questa epoca, ciò che è certo è che l’impronta umana dall’inizio della rivoluzione industriale ad oggi ha prodotto enormi cambiamenti sull’ecosistema senza che se ne veda un termine. Basti pensare al veloce aumento della concentrazione di CO₂ nell’aria, ai sempre più diffusi incendi, al riscaldamento degli oceani o ancora dell’estinzione di numerose specie. Una trasformazione continua, che rimodella la nostra percezione della natura: la volontà di contrastare questo fading della realtà ha fatto muovere i passi verso questo progetto. Vogliamo riscoprire e riqualificare la bellezza della natura dell’ambiente attraverso l’umano, mettendoli in un armonioso e rispettoso confronto con l’arte creata da sei artisti con tecniche e studi differenti ma in dialogo con la galleria.
La mostra che presentiamo è quindi celebrazione della vita, per riappropriarci di noi attraverso l’estetica della bellezza e contemporaneamente di evocarla con delicatezza e sapienza radicata nel presente dagli artisti contemporanei. Così si presenta la mostra dal titolo: “Humans through Nature”.
Presentiamo gli artisti: Gianluca Capozzi, Antonia Covarrubias Noé, Duilio Ersilioni, Lucia Rosa Motta, Monica Sarandrea
La natura in dialogo con l’umano toccando quelle forme estetiche con grande sensibilità.
Oggi in mostra presentiamo lavori che rappresentano la cristallizzazione della memoria comune, della percezione di luoghi e sensazioni comuni a tutti, e che stanno svanendo, travolti dal mondo Antropocene sempre più presente. Le opere come una benvenuta memoria collettiva. In particolare, le opere d’arte in mostra proseguono tradizioni millenarie: indizio di una civiltà che ama se stessa e non si svende.
Gianluca Capozzi, pittore: di Avvellino dove vive e lavora. Nelle sue tele ci incanta questa umanità rumorosa, toccando i temi della memoria, che si mischia tra il disegno e le pennellate lente, in una visione intimista del segno, con un occhio sempre rivolto alla natura piena di energia e astratta.
Antonia Covarrubias Noé, pittrice: Cilena di Santiago del Cile, vive e lavora a Londra, presenta opere create con polvere di colore e con ampie pennellate veloci le espande sulla tela con l’acqua ricreando quella natura persa incontaminata, delicata e immensa. Cristallizza sulle tele pietre di fiumi, acqua e fiori astratti e non, per recuperare quella memoria persa.
Duilio Ersilioni, scultore, designer e architetto: di Roma, dove vive e lavora: scolpisce con le mani la materia creando teste, storpiando la visione classica in modo ironico. Crea volti di ceramica destrutturati dai colori sgargianti eclettici anche pop. L’umano con una visione burlesca per alleggerire la visione del nostro mondo.
Lucia Rosa Motta, mix media: Siciliana di Catania, dove vive e lavora: presenta dei dipinti su tela con tecnica mista di forte identità, creando delle mappe frammentate e scomposte che rappresentano il paesaggio etneo e la natura che respira e interiorizza ogni giorno. Rappresenta grandi foglie, alberi, piante in nero e colore in armonia. Orme della natura di un tempo passato, fossilizzato sulle tele.
Monica Sarandrea, mix media: di Roma, dove vive e lavora: Crea sculture dalle linee morbide, molto femminili che ci rimandano al continuo dialogo con la terra, l’acqua, la natura e l’umanità. Un abbraccio continuo in dialogo