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CHROMOTERAPIA, QUANDO LA FOTOGRAFIA A COLORI RENDE FELICI

Villa Medici presenta in collaborazione con i curatori Maurizio Cattelan e Sam Stourdzé una rivisitazione della fotografia dagli esordi ai nostri giorni

Una mostra itinerante che ripercorre la storia della fotografia delle sue origini(1910 negli Stati Uniti) fino al XX secolo con un’esposizione che coinvolge 19 artisti internazionali. 

Il fine ultimo di questa mostra è quello di coinvolgere un pubblico di tutte le età, con l’intento di indurre a una riflessione ma anche quello di far sorridere e ricordare momenti di vita quotidiana odierna.

Secondo quanto riportato dal direttore Sam Stourdzé in Italia l’unico esempio che troviamo di mostra fotografica cromatica, si trova al museo di Zaha Hadid, Maxxi.

Il progetto stilato assieme a Maurizio Cattelan ha previsto la stesura di un libro con l’editore italiano Damiani, la mostra sarà esposta dal 28 febbraio al 9 giugno 2025. Ieri è avvenuta la presentazione di un’anteprima per tutti membri della stampa, con la guida esclusiva all’interno delle 7 sezioni della mostra, dove l’intelletto viene messo a dura prova con dei giochi intensi di colore, caricature perfette e foto provocatorie.

L’idea è quella di reinventare una nuova storia della fotografia, trasformandola in surrealismo, creando una sorta di flirt con l’immaginario pop, il bling, il kitsch e il barocco. La maggior parte delle fotografie esposte sono originali importate dalla Francia e dagli Stati Uniti, anche se non state indifferenti le difficoltà di spedizione, vista la situazione geopolitica attuale.

Un secolo di enorme sperimentazione cromatica, in cui prevale uno studio delle scene di vita ordinaria, i momenti di convivialità con i nostri amici a quattro zampe: una sala interamente dedicata ai nostri migliori amici, in particolare cani e gatti, rivisitati con vari lavori cromatici e caricature, rivestendoli con abiti e sembianze umane; inoltre è presente una parteinerente alla femme fatale, legata alla figura femminile ancora fortemente sessualizzata dalla società, con fotografie di moda e sfilate di Vogue, con un immaginario glamour, ma al contempo una visione critica della rappresentazione del corpo della donna, con una rappresentazione anche molto cinematografica.

Un’altra sala è quella dedicata al passaggio a quel tipo di fotografia “pre-digitale” con delle rappresentazioni tra il kitsch e le fotografie poliziesche, che ritraggono foto di incidenti stradali e dove l’immaginario fantasioso viene tramutato in dramma realistico.

La sezione più impattante della mostra, però, sicuramente è quella sulla “bulimia” del cibo, che simboleggia gli eccessi del consumo dei cibi spazzatura sul nostro corpo e sulla nostra mente, con fotografie ben precise delle categorie di cibo più dannose e immagini di un impatto emotivo notevole.

Per finire in bellezza, la sezione dei colori più sgargianti, dove la moda incontra la scintillante scelta cromatica, con l’utilizzo dei colori accesi, tutti in scala di intensità : dal giallo limone, blu intenso, rosso vivo e arancione brillante. Le fotografie sono tutte quante di artisti misti, che prendono ispirazione dall’ambientazione marocchina e africana e inscenano delle attività di vita quotidiana, con alcune foto della cultura kitsch abbinate a un’ambientazione floreale.

 

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