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LA RADIO È LA MIA VITA

ROSARIA RENNA: L'INTERVISTA ESCLUSIVA

Lei è una tra le più amate e longevi conduttrici radiofoniche.    , pugliese DOC di Monopoli (Ba), romana d’adozione e milanese per Iavoro, vanta infatti un’incredibile carriera: cinque anni a Radionorba e Telenorba come conduttrice radiofonica e televisiva e ben 24 a RDS dove è stata una delle voci più importanti e seguite e per cui ha curato anche la rubrica cinematografica e le interviste radio e web ai protagonisti dello showbiz.. E infine l’arrivo, sette anni fa, a Radio Montecarlo dove lavora ancora attualmente.
Rosaria Renna si racconta in questa intervista e lo fa con il consueto sorriso e garbo che da sempre la contraddistingue.

Rosaria, la tua carriera è davvero lunga. Una vita per la radio o la radio per (tutta) la vita?

Dunque, cominciamo col dire che io non me li sento affatto tutti questi anni, eh!(ride, ndr). E speriamo che valga lo stesso per gli ascoltatori, che sia sempre un piacere ascoltarmi, come per me è parlare con loro. Dunque, rispondendoti, faccio radio da una vita, vero, e la radio è certamente la mia vita.

Come è cambiata la tua professione nel corso di questi anni?

È cambiata la vita, il mondo, di conseguenza anche il mio lavoro si è evoluto, soprattutto dal punto di vista tecnologico. Ciò che non è mutato è l’essenza della comunicazione del mezzo, della condivisione di informazioni, parole, musica ed emozioni. I social, a mio parere, non riescono a trasmettere le medesime sensazioni.

Una curiosità: quali peculiarità deve possedere un bravo deejay? È sufficiente avere una bella voce?

Un tempo forse sì, era indispensabile avere un bel timbro, quella che viene definita “bella voce”. Oggi invece mi sento di dire che questa rappresenta solo la ciliegina sulla torta, perché è più importante ciò che si ha da dire. Avere una forte comunicativa e una grande curiosità sono alla base per questo lavoro. Occorre avere un mondo dentro e la voglia di comunicarlo. Se hai cento, mille cose di cui voler parlare… allora sei pronto per fare radio!

E quanto conta la dizione?

Quando ero ragazzina, era molto importante avere una buona dizione. Oggi piace molto di più la “sporcatura”, l’accento regionale, si è meno impostati, più colloquiali. Anche io che sono pugliese a volte lo faccio, al mio italiano forbito aggiungo qualche parola nel mio dialetto e… funziona. Piace molto agli ascoltatori.

Il tuo modo di porti in radio è sempre molto garbato, in un mondo – quello dello spettacolo – in cui invece va tanto di moda urlare…

Purtroppo è la mia croce, questa! (ride, ndr) Che ci posso fare? Sono così, a volte mi piacerebbe essere più presuntuosa o arrogante, credimi. E invece sono sempre un po’ principessa. E lo sono in un mondo che non premia affatto le persone gentili e garbate, ma pazienza! Preferisco non aggiungermi al coro di quelli che urlano e/o fanno i prepotenti. Gli ascoltatori hanno la possibilità di scegliere e sanno che io sono questa.

La radio viene spesso definita “un mezzo vintage”, eppure è più viva che mai. Qual è il suo segreto?

Sorrido, perché già quando ho cominciato a fare radio a Monopoli – avevo 16 anni – tutti mi dicevano: “Ma che la fai a fare, la radio è vecchia, sta per morire!”. Nel frattempo sono passati tanti anni e nessun altro mezzo di comunicazione ha soppiantato la radio, anzi è ancora qui, non solo non è morta ma gode anche di ottima salute. Credo piuttosto che siano invecchiati peggio i social network.

La tua è stata definita la “voce più sexy della Radio”. Capita anche a te, come a tutti noi, di riascoltarla e di odiarla?

Odiare la propria voce è un classico!(ride, ndr). C’è sicuramente una componente psicologica: se ascolti la tua voce registrata è come se non la riconoscessi. Non amo risentirmi, no. Un po’ come accade a molti attori che dicono di detestarsi quando si rivedono sullo schermo. Però mi fa molto piacere quando sono gli altri a dirmi che ho una bella voce.

In radio subìsci le canzoni che vanno in onda, ma Rosaria Renna cosa ascolta o canta, in macchina sua?

Dal punto di vista musicale sono onnivora, davvero mi capita di ascoltare e di amare vari generi musicali e artisti: dalla classica al jazz. Ho una predilezione per le voci femminili: Amy Winehouse, Whitney Houston, ma anche Elisa e Giorgia. E poi ho grandi passioni come per esempio la voce di Bono, di Steve Wonder, gli U2. Mi piace cantare a squarciagola di tutto, persino le cose più improbabili, anche se ammetto di detestare profondamente l’autotune!

Qual è il tuo più grande rimpianto?

Riguarda gli studi, mi pento di aver lasciato l’università, mi ero iscritta a Lingue e Letterature straniere e però il lavoro mi ha preso troppo tempo. Non escludo la possibilità di riprendere, prima o poi. Non è mai troppo tardi, no?

So che tuo marito non fa parte del mondo dello spettacolo. Come reagisce di fronte alla tua notorietà?

Lui è un corazziere, il suo è un mondo assai diverso dal mio e mi piace questa cosa! La mia notorietà? In realtà quando vado con lui, nei suoi ambienti, è molto più famoso di me. Lo conoscono veramente ovunque! Per il resto, è felice del mio lavoro, del mio successo, resta sempre il mio primo fan e mi sostiene. Sono felice con lui…

Come e dove ti vedi tra dieci anni?

Sicuramente ancora a parlare alle persone, spero alla radio, ma certamente non disdegnerò un eventuale nuovo dispositivo che potrebbe essere inventato da qui ad allora.

Rosaria, era questa la vita che sognavi da bambina?

Forse non al cento per cento, ma mi ci sono avvicinata abbastanza. Diciamo che ho ancora un po’ di tempo per lavorarci!

Fonte: Popular

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