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LA NUOVA TENDENZA: CLONARE GLI ANIMALI DOMESTICI MORTI PER RIPORTARLI IN VITA

La clonazione è una di pratica proibita in molti paesi europei, ma purtroppo è in crescita in altri: è nata un nuovo laboratorio in Europa che spedisce cloni criogenizzati per la creazione di cloni di animali domestici defunti

È un’industria in grande crescita, ma rivolta a un pubblico di élite per i costi molto alti. Una pratica di clonazione ha un costo medio compreso tra i 50.000 e gli 80.000 dollari.

Il primo episodio di clonazione è stato effettuato su un gatto della Texas A&M University nel 2001, il primo cane invece è stato creato nei laboratori dell’Università Nazionale di Seoul nel 2005.

È un’operazione estremamente costosa e infatti interessa un pubblico con un reddito molto alto.

Perfino alcuni VIP hanno richiesto queste operazioni a cliniche specializzate per creare le copie dei loro animali domenstici defunti, un caso eclatante fu quello di Barbara Streisand che ha clonato due volte il suo cane Smantha dopo la sua morte.

Ma come viene effettuata la clonazione? Per clonare gli animali domestici si utilizzano dei campioni di tessuto prelevati in laboratorio.

Il criterio di raccolta è molto rigido: i campioni vanno raccolti entro cinque giorni dalla morte, questo processo ha un costo pari a 700 euro. Il campione viene poi conservato criogenicamente in serbatoio con azoto liquido a -196C.

Successivamente i campioni vengono poi spediti in un laboratorio in Texas che completa il processo di clonazione.

“Il laboratorio creerà diversi embrioni, quindi trasferiranno quegli embrioni in uno dei nostri cani o gatti surrogati, che sono specificatamente allevati per essere grandi madri. Nel giro di qualche tentativo, avremo un cucciolo o un gattino” queste le dichiarazione dell’azienda a Wired Usa.

Dopodiché i cuccioli nascono e vengono svezzati negli Stati Uniti prima di essere trasferiti nel Regno Unito.

Questa pratica oltre ad avere scatenato gli animalisti, solleva anche un grande problema di natura etica: la Humane Society e altre associazioni per la tutela degli animali si sono espresse in merito, soffermandosi sullo stato di salute di questi animali sottoposti agli esperimenti in laboratorio, per non parlare di tutti quei milioni di cani che sono costretti a morire nei canili perché non trovano una famiglia o altri che rimangono prigionieri per anni.

Infine, ricordiamo che per quanto questo processo riesca a riportare in vita un clone geneticamente simile all’animale domestico defunto non è detto che si riesca a costruire lo stesso legame, ne che abbia lo stesso carattere.

Norma Presta

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