Una mascotte che porta un messaggio di speranza e accoglienza, Luce vestita con un cappotto sbarazzino giallo e il rosario multicolore.Sarà il personaggio augurale dell’anno Santo e del padiglione della Santa Sede all’Expo di Osaka e rappresenta l’emblema di una pellegrina: vestiario comodo per lunghe camminate, rosario per la fede e il bastone del pellegrino.
La mascotte rappresenta il viaggio di ogni fedele, la loro missione e ancora la generazione Z, la loro ricerca e il cammino verso la fede in Dio.
Luce è un simbolo: incarna la speranza, soprattutto quella dei giovanissimi con le loro aspettative e che trova adito nel cuore di ogni pellegrino.
Inoltre il suo aspetto emana il desiderio di spiritualità e di connessione con il divino.
L’obiettivo di Luce non è solo di essere il punto di riferimento del Giubileo, ma anche un simbolo di comunità, di accoglienza e condivisione.
Purtroppo però, non sono mancate le critiche riguardo alla scelta della mascotte e del simbolo stesso.
Massimo Intovigne, il sociologo e delle religioni e consulente in materia di proprietà industriale, specializzato in proprietà intellettuale ha definito questa trovata come un’operazione di marketing:” Certi attacchi sono esagerati. È una operazione di marketing e come tale va presa. Credo che il Vaticano abbia voluto fare due operazioni legate tra esse: creare una proprietà intellettuale proteggibile, in modo che se saranno realizzati dei falsi potranno intervenire le forze dell’ordine, e provare a vendere un po’ di gadget. Con quello che costerà il Giubileo si tratta di un’operazione che aiuterà il Vaticano a rientrare dei cospicui costi dell’evento. È una cosa che non fa male a nessuno e che non mi scandalizza”.
Norma Presta