Il consiglio di fabbrica di VW ha diffuso la notizia della chiusura delle fabbriche in Germania, esattamente a Osnabrueck.
Questo è ciò che è emerso dalle dichiarazioni dalla dirigente del consiglio di fabbrica Daniela Cavallo, che ha previsto anche il ridimensionamento di tutti gli altri impianti.
Inoltre, tra le dichiarazioni si sottolinea che Volkswagen sta chiedendo tagli lineari ai salari della sua forza lavoro tedesca nelle trattative collettive in corso: si tratterebbe di tagliare 120 000 posti di lavoro.
“Senza misure globali per recuperare competitività, non potremo permetterci investimenti significativi in futuro.Il fatto è che la situazione è grave e la responsabilità dei partner negoziali è enorme”, queste le parole del responsabile risorse umane Gunnar Kilian.
I dirigenti della casa automobilistica tedesca si lamentano del costo elevato degli stabilimenti in Germania e il CEO dichiara che l’obiettivo di Volkswagen resta fermo a far crescere il rendimento delle vendite al 6,5% entro il 2026, che resta l’unica strategia per finanziare i necessari investimenti futuri.
I sindacati sono indignati con la decisione della casa automobilistica che cancella da settembre il programma di sicurezza del lavoro e per la chiusura delle fabbriche in Germania che comporta la perdita di numerosi posti di lavoro.
In Europa le case automobilistiche hanno investito molto nella produzione di veicoli elettrici per via del divieto di vendita di nuove auto con motore a combustione previsto dall’UE entro il 2035.
Purtroppo però,ora stanno assistendo al fenomeno inverso: il calo della domanda.
In particolare, la Germania e altri Paesi europei hanno tagliato i sussidi che erano necessari per l’acquisto e l’infrastruttura di ricarica è ancora carente.
La rivale tedesca Mercedes-Benz ha registrato un calo del 31% su base annua nelle vendite di veicoli elettrici puri nell’ultimo trimestre, mentre la domanda di ibridi plug-in è aumentata del 10%, Porsche anche registra un calo del 5% dopo aver ottenuto un calo degli utili del 41%.
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