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ZTL FASCIA VERDE DI ROMA BOCCIATO REFERENDUM DAL COMUNE, I PROMOTORI SU TUTTE LE FURIE

La decisione di bocciare il referendum in merito alla nuova Ztl Fascia Verde ha scosso i promotori che hanno replicato: «Decisione non democratica, 700 mila romani tagliati fuori».

La commissione capitolina si è pronunciata sul referendum definendolo inammissibile poiché la questione riguarderebbe anche materie di inquinamenti e salute, quindi coinvolgerebbe anche altri enti.

Dunque, per il momento il referendum è annullato.

Nel frattempo, il comitato promotore si è mostrato fortemente contrario alla decisione non democratica presa dalla commissione.

Questa novità purtroppo, stabilirebbe che dal 1 novembre oltre 600 mila veicoli non potranno più circolare, poiché rientrano nelle categorie di macchine più inquinanti.

Si parla, in particolare, di una proroga per i veicoli Euro 3 benzina e Euro 4 diesel perché da Arpa è emerso un miglioramento della qualità dell’aria.

«Secondo i componenti il Comune di Roma non ha competenza “esclusiva” sulla Ztl – spiega Bernaudo -. Peccato che Roma Capitale sulla Ztl Fascia verde ha sinora fatto, disfatto, corretto, modificato e rinviato autonomamente la sua delibera senza alcun controllo. Una decisione che grida vendetta anche dal punto di vista strettamente giuridico: perché Roma Capitale, pur rispondendo – come tutti i Comuni – a direttive e regole sovraordinate, ha invece una discrezionalità circa il perimetro di applicazione delle limitazioni del traffico veicolare urbano.
Infatti ha escluso in via definitiva (e poi in parte riammesso
provvisoriamente) circa 700 mila romani dal diritto alla circolazione nella Capitale, oltre ad altre indefinite centinaia di migliaia di pendolari e turisti non provvisti di veicoli di ultima generazione, ibridi o elettrici».

«É sconcertante anche dal punto di vista politico – conclude Bernaudo – perché se fosse corretta la conclusione della commissione comunale, e a nostro avviso non lo è, significherebbe che in realtà la colpa della Ztl Fascia verde è tutta della Regione Lazio e dell’Unione europea».

Infine, il Comitato sta valutando il ricorso al Tar.

Norma Presta

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